RITRATTO 2 DA ITALO CALVINO

GIOVANNI ONORATO

Reading/spettacolo, in occasione del centenario della nascita di Italo Calvino: secondo Ritratto a partire dalle opere dell’autore

24 novembre – ore 20:00

Goethe-Institut
teatro

Ingresso libero con prenotazione obbligatoria

Il sentiero dei nidi di ragno è la prima opera di Calvino. “Forse, in fondo, il primo libro è il solo che conta, forse bisognerebbe scrivere quello e basta.” Calvino sceglie di raccontare la resistenza dall’interno, partendo dalla sua esperienza, e sceglie di farlo in una maniera né edificante né riduttiva: è vero, molti dei partigiani non avevano coscienza di classe, molti dei partigiani erano galeotti scappati sulle colline, “ebbene: cosa cambia? Anche in chi si è gettato nella lotta senza un chiaro perché, ha agito un’elementare spinta di riscatto umano, una spinta che li ha resi centomila volte migliori di voi, che li ha fatti diventare forze storiche attive quali voi non potrete mai sognarvi di essere.” Ha senso parlare di resistenza oggi? La risposta appare semplice e immediata ma, volendo essere più specifici, io credo valga la pena gettare uno sguardo sul modo in cui arte e cultura politica hanno dialogato nei decenni passati. Mi sembra che in ambito artistico stiamo vivendo un recupero delle tematiche sociali. Il ripiegamento esistenziale che ha caratterizzato la narrazione artistica degli ultimi 30-40 anni si sta rigettando in uno scacchiere globale spalancato e polimorfo. C’è urgenza di fare comunità, di aprire ed affrontare questioni etiche da capo, di nuovo, ancora. “Quello di cui ci sentivamo depositari era un senso della vita come qualcosa che può ricominciare da zero, un rovello problematico generale, anche una nostra capacità di vivere lo strazio e lo sbaraglio.” Non potrebbero queste parole descrivere altrettanto bene noi e il nostro tempo?

Giovanni Onorato

Nato a Roma nel 1995, approfondisce il teatro fuori dalle accademie attraverso numerosi laboratori e workshop. Fra questi il laboratorio performativo di Adriano Mainolfi, che segue per 3 anni, e diversi seminari con membri importanti della scena tra cui Massimiliano Civica, Danio Manfredini, Lucia Calamaro e il Teatro Valdoca. Importanti per la sua formazione sono gli incontri con Roberto Latini, Daria Deflorian e Antonio Rezza. Nel 2016 si trasferisce a Berlino dove studia danza contemporanea presso il Tanzfabrik Berlin. Tornato a Roma incontra il regista Dante Antonelli, con il quale lavora per due anni allo spettacolo “Atto di Adorazione”, che debutta nell’ambito del Romaeuropa Festival nel 2019. Sempre nel 2019 vince il contest #pillole del Teatro Studio Uno con lo spettacolo “Suck my Iperuranio”, grazie al quale può cominciare a metterlo in prova.
Nel 2020 entra nell’agenzia di Donatella Franciosi e si iscrive alla facoltà di Filosofia dell’università di Roma “La Sapienza”, dove conosce Lorenzo Minozzi, musicista di Ritorno da Los Angeles. Con questo comincia a scrivere canzoni, alcune di queste vengono scelte da Filippo Timi per far parte dello spettacolo “Sciarada”, che debutta presso La Casa del Jazz di Roma, il 31 luglio 2021. Nel lavoro le sue performance musicali dal gusto punk si alternano a letture e monologhi dell’attore umbro. Nel dicembre 2021 lavora con la compagnia Fettarappa/Guerrieri allo spettacolo “Super-Heliogabalus” che viene presentato il 22 dicembre dello stesso anno presso il Teatro Trastevere a Roma. Nel 2022 esce il suo primo progetto musicale: “Questo poco che sono”. “Suck my Iperuranio” debutta finalmente presso il teatro Carrozzerie n.o.t di Roma ed arriva in finale al bando Direction Under30 del Teatro Sociale Gualtieri, oltre a vincere il premio Luna Crescente. Il suo nuovo progetto “A.L.D.E. non ho mai voluto essere qui” è stato invece finalista al bando Biennale College e al premio Alberto Dubito, oltre a vincere la menzione speciale del premio “tuttoteatro.com” Dante Cappelletti. Ha organizzato per il Romaeuropa Festival una serata di poesia intitolata “Ghost Track 1” ed è stato coinvolto dalle compagnie Deflorian/Tagliarini e Muta Imago a far parte del progetto “Index”. Ha lavorato come cameriere, fornaio, detective e autista.

ph. Chiara Emandes